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La nuova sezione “Paestum: dalla città romana a oggi” al Museo Archeologico Nazionale

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È stata aperta al pubblico la sezione “Paestum: dalla Città Romana a Oggi”, intitolata all’archeologo Mario Torelli, che ripercorre la storia di Paestum dalla fondazione della colonia latina del 273 a.C. al Medioevo.

Il nuovo percorso espositivo del museo ripropone idealmente la sequenza stratigrafica di uno scavo archeologico, dal basso verso l’alto e dal più antico al più recente, ricostruendo la Preistoria e la Protostoria del territorio (Sezione “Preistoria e Protostoria” al piano seminterrato), l’evoluzione della città di Poseidonia-Paistom in età greca e lucana (Sezione “La città greco-lucana” al piano terra e al primo piano) e le trasformazioni avvenute a Paestum in età romana, tardoantica, medievale e moderna fino alla “riscoperta” del sito nel XVIII secolo e ai più recenti sviluppi degli studi e della ricerca archeologica (Sezione “Paestum: dalla città romana a oggi” al secondo piano). Rientra nel nuovo allestimento anche una sezione interamente dedicata alla visita dei depositi (Sezione “Oltre il museo” al piano seminterrato).

La nuova sezione ripercorre la storia di Paestum dalla fondazione della colonia latina nel 273 a.C. fino all’età moderna: le vecchie e nuove forme della religiosità, gli spazi pubblici e privati, la monetazione, i grandi protagonisti e la vita quotidiana della città prendono vita in uno spazio completamente riallestito, dove si espongono opere identitarie come la statua in bronzo del sileno Marsia e si presentano per la prima volta reperti inediti provenienti da scavi più o meno recenti oppure selezionati all’esito di una capillare ricognizione dei depositi e di una accurata fase di studio e documentazione. Il percorso di visita prosegue con l’esposizione del volume di G.B. e F. Piranesi con vedute dei templi, appartenente alla collezione del museo, e con dieci opere a incisione, acquerello, gouache e altre tecniche, appartenenti alla collezione della Fondazione Giambattista Vico, che testimoniano la “riscoperta” del sito avvenuta alla metà del Settecento in connessione con il fenomeno del Grand Tour e la sua rappresentazione nell’immaginario di viaggiatori ed eruditi dell’Ottocento. Documenti originali e fotografie raccontano, infine, l’avvio della grande stagione di scavi, studi e ricerche nel Novecento, che proseguono tuttora nel segno della tutela e della valorizzazione del patrimonio archeologico pestano.

Il museo è visitabile con il pass campania>artecard.

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