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I passi della devozione

Racconti del pellegrino a Montevergine

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La mostra propone ai visitatori un percorso fatto di immagini, oggetti e testi che documentano le origini e l’evoluzione del pellegrinaggio ed in modo particolare del pellegrinaggio a Montevergine.
Partendo dal cammino fatto da San Guglielmo, il visitatore è accompagnato lui stesso in un “pellegrinaggio” attraverso i secoli che, seguendo racconti, sguardi, gesti ed espressioni cariche di emozioni, lo condurrà ai piedi della Madonna.
Parole di autori illustri, documenti e foto che hanno immortalato la fatica, la gioia e la fede dei pellegrini, ci offrono la possibilità di riscoprire la bellezza ed il valore della devozione alla Madre di Dio che, che proprio nel pellegrinaggio a Montevergine trova una delle sue manifestazioni di maggior effetto.

Il pellegrinaggio a Montevergine

Il pellegrinaggio a Montevergine è considerato, da secoli, un aspetto importante del patrimonio immateriale legato all’omonimo santuario.
Ha evidenze storiche di nove secoli ed importanti manifestazioni di natura antropologica, nel passato come nel presente, che lo rendono un interessantissimo elemento di studio da parte degli specialisti del settore. Un esempio ne sono i canti di ancestrale memoria e tanti altri fenomeni di religiosità popolare e devozione che si rinnovano ogni anno con i pellegrinaggi organizzati verso il santuario.
L’origine del pellegrinaggio a Montevergine risale ai tempi del santo fondatore, Guglielmo da Vercelli che, nel primo quarto del XII secolo, eresse sul Partenio un faro di vita monastica e di devozione mariana. Prima di ritirarsi a vita eremitica sul monte detto “Vergine”, fu egli stesso pellegrino in vari luoghi santi, tra i quali Santiago di Compostela e la città di Roma.
I primi pellegrini salirono a Montevergine perché attratti dalle virtù e dai miracoli di San Guglielmo; e la devozione e l’amore di San Guglielmo verso la Madonna fecero il resto. Il Santo indicò ai pellegrini Maria come via sicura che porta al cielo e a Lei potevano rivolgersi tutti, perché la Vergine legge nei cuori di ognuno. La tradizione vuole che la prima chiesa dedicata alla Madonna sia stata indicata dal Salvatore, apparso a San Guglielmo.
Le più antiche testimonianze storiche di pellegrinaggi a Montevergine sono da ricercarsi in un documento del 1139, con i fedeli che si recavano alla chiesa di S. Maria di Montevergine per “invocare la misericordia di Dio e il perdono degli innumerevoli peccati”. Più di un secolo dopo, il 12 settembre 1263, il papa Urbano IV può attestare autorevolmente che Montevergine è cospicuo per la pia religione dei monaci e che è frequentato e guardato con venerazione dai popoli fedeli di queste nostre regioni. Montevergine diventava, quindi, un punto di riferimento importante per la devozione mariana e col passare del tempo si dovette provvedere alla realizzazione di strutture assistenziali per l’accoglienza dei pellegrini, dove potessero riposarsi e rifocillarsi, come ad esempio la costruzione di un ospedale (da hospes: ospite e hospitalis: ospitalità), sito nell’odierna Ospedaletto d’Alpinolo.
Chi saliva al santuario lo faceva anche per la presenza di importanti reliquie di santi, la maggior parte delle quali presenti fin dal 1156, come le ossa di San Gennaro, prima che le stesse fossero traslate a Napoli, nella Cattedrale, nel 1497. Tuttavia, la devozione popolare per la Madonna di Montevergine è sempre stata molto sentita dalla popolazione campana, ma anche nel resto dell’Italia Meridionale. Con i tanti italiani emigrati all’estero, la devozione per Maria Santissima di Montevergine ha assunto un carattere universale.

La mostra sarà visitabile dal 25 settembre al 31 dicembre 2021, il sabato e la domenica dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00.
Opening 25 settembre, ore 10.30.

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