Così una delle guide più famose al mondo descrive il Vallo di Diano, il luogo di un lago preistorico prosciugatosi nel quale scorrono le acque del fiume Tanagro. Crocevia di popoli e civiltà, come testimoniano i resti archeologici e i grandi monumenti, oggi appare come una tela regolare colorata dalle molteplici e variegate coltivazioni, circondata da numerosi centri e borghi storici, e si offre ai turisti nella sua eccezionale bellezza, riconosciuta anche dall’UNESCO quale patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Siete pronti, dunque, ad entrare nella dimensione più vera e autentica del Vallo di Diano?
Il nostro viaggio parte da Padula, il cuore pulsante dell’area occidentale del Vallo, forse il centro più conosciuto, sia per i cospicui resti archeologici appartenenti alla civita (l’antica Cosilinum) e alla sua necropoli, sia per la Certosa di San Lorenzo, voluta e finanziata, agli inizi del XIV secolo, dal conte Tommaso Sanseverino, un complesso monastico fuori dal comune che con i suoi 50.000 metri quadrati circa è la più grande certosa d’Italia. Poco lontano dal famoso monastero, si conserva uno dei più antichi battisteri dell’Occidente, il battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte (IV sec. d.C.).
Di arte e cultura il Vallo di Diano è pieno di testimonianze: basta passeggiare nei suoi borghi, attraverso le loro viuzze, facendo scorrere lo sguardo dal basso verso l’alto, per leggere nei palazzi, nelle chiese, nei portali d’ingresso il lento scorrere del tempo. Lo si può fare a Teggiano, l’antico feudo di Diano, la cosiddetta città-museo, un gioiello medievale, appoggiata su un colle che sovrasta la valle del Tanagro, il cui centro storico è scrigno di straordinarie bellezze artistiche e architettoniche. Qui, passo dopo passo, andiamo alla scoperta de il Castello dei Principi Sanseverino, oggi Castello Macchiaroli, e la cattedrale di Santa Maria Maggiore, sede della diocesi di Teggiano-Policastro, i complessi monastici della SS. Pietà, di San Francesco e di Sant’Agostino. Nel corso del nostro avanzare, il fascino del borgo lascia il posto agli scenari mozzafiato che si godono dall’alto del paese, ampi panorami da immortalare e condividere con selfie e scatti fotografici.
Un altro duplice viaggio, dal sapore culturale e naturalistico, lo si compie dirigendosi alla porta d'ingresso del Vallo di Diano, Polla, paese tagliato in due dal fiume Tanagro, adagiato fra i Monti della Maddalena e i Monti Alburni. Dopo aver visitato il suo centro storico, si potrebbe decidere di scalare il Monte San Tommaso (1200 m s.l.m), e raggiungere le cosiddette “7 vasche di San Tommaso”, vasche usate per la raccolta dell’acqua, quell’elemento naturale, da cui, secondo alcuni, deriverebbe il suo stesso nome: polla in quanto “vena d’acqua”.
Nel Vallo di Diano ogni luogo consente di ritrovare il contatto con la natura, di bagnarsi nella storia e di bere alla fonte delle tradizioni, dei culti popolari e culinari trasmessi di generazione in generazione. Ecco che una semplice passeggiare tra pascoli, praterie, pendii erbosi e boschi diventa occasione per riscoprire un mondo, dove orchidee selvatiche, di molteplici specie e colori, possono palesarsi all’attento esploratore, miste a piante medicinali, officinali ed aromatiche proprio come quelle che si trovano nelle aree nei pressi dell’Ecomuseo della Valle delle Orchidee e delle Antiche Coltivazioni, nel comune di Sassano, uno dei percorsi naturalistici più interessanti della Regione Campania, fiore all’occhiello del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Cosa direste e cosa fareste se tutti questi “viaggi” fossero già a portata di mano? Escursioni, passeggiate, “Visitazioni”, sono state organizzate da Scabec, con lo scopo di far conoscere ai visitatori, attenti e curiosi, le ricchezze naturali e culturali del Vallo di Diano durante la Certosa della Arti. Trovi tutte le info e gli itinerari su www.campaniartecard.it/visitazioni
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