Valva domina l’Alta Valle del Sele. Il paese, dominato dall’omonimo castello, sorge tra due località molto conosciute e frequentate. Al principio della valle, s’incontra Contursi apprezzata per le sue acque termali dalle celebri proprietà terapeutiche e rilassanti. In cima Caposele dove, a poche distanza dalle sorgenti del fiume, sorge il Santuario dedicato a San Gerardo meta di centinaia di migliaia di pellegrini ogni anno. In particolare di mamme e bambine delle quali il Santo è considerato speciale patrono. In pochi chilometri dunque il visitatore può godere dei benefici del corpo e dell’anima.
La felice posizione geografica ha reso importante il borgo di Valva fin dall’antichità. La ricchezza delle acque offriva agli abitanti un enorme vantaggio rispetto agli altri territori. Il Castello doveva proteggere gli abitanti ed il territorio dalla scorribande saracene e preservare la preziosa risorsa naturale.
L’acqua è vita. Basti pensare soltanto che ancora oggi la gran parte delle acque delle quali usufruisce la Puglia è fornita proprio dal fiume Sele grazie ad uno straordinario sistema di canalizzazioni e serbatoi. Una direttrice quella con il Tavoliere che garantiva anche le forniture di grano. Su queste strade viaggiavano dunque lavoratori, prodotti della terra, mercanzie, movimenti spirituali. Un flusso simile a quello delle acque che sgorgano potenti dalle sorgenti e scendono verso valle portando benessere e prosperità.
Mura alte tre metri nascondono completamente il complesso architettonico alla vista. L’ingresso poco monumentale non inganni. Appena varcato il cancello la Villa comincia a stupire il visitatore. L’estensione complessiva della tenuta è di circa diciotto ettari. Un eden ritrovato. Boschi, giardini, viali creano un’atmosfera magica. Una sinfonia naturale di colori ed elementi artistici esposti in una galleria d’arte en plein air che circonda l’edificio principale sormontato da una torre che la tradizione definisce normanna. Ed è proprio ai proprietari di questa abitazione che dobbiamo l’attuale configurazione della tenuta immaginata come “Villa delle delizie”. Una parte è dedicata al bosco ceduo che era anche destinato alla produzione con lecci, aceri e castagni. Un’altra è contraddistinta da due caratteristici giardini all’italiana a forma di scacchiera irregolare. I viali dei giardini ed i sentieri del bosco sono impreziositi da statue neoclassiche con soggetti mitologici e simboli dell’arte e delle virtù coerenti con l’amenità del luogo e la sua funzione di casta voluptas. Un Olimpo verdeggiante che cambia colore con il trascorrere delle stagioni ed è sempre verdeggiante anche perché di sicuro l’acqua non manca da queste parti.
Ma le sorprese di Villa d’Ayala non sono finite. Ecco il Teatro di Verzura una delle caratteristiche del giardino all’italiana del XVIII secolo. Un teatro all’aperto costruito per consentire ai privilegiati abitanti della villa ed ai loro ospiti di godere sotto le stelle di concerti, esibizioni acrobatiche, rappresentazioni teatrali. Teatro di verzura perché tutti gli elementi sono naturali: il palcoscenico è un prato, le quinte sono siepi abilmente sagomate, gli spettatori si accomodavano su terrazze disposte lungo i bordi di un anfiteatro naturale. L’aspetto originale del teatro di verzura di Villa d’Ayala è la presenza di spettatori di pietra. La platea infatti presenta decine di busti allineati a costituire un pubblico surreale. Di certo molto attento alla rappresentazione in scena ma poco caloroso. Anche il sottosuolo merita attenzione. Un dedalo di caverne e cunicoli che hanno anche generato leggende e misteri. In uno degli antri, quello del mostro, una terrificante statua di Vulcano fa sobbalzare anche il visitatore più coraggioso.
Cucina contadina, ricca di sapori e salute. Valva non delude certamente le attese del viandante che dopo tanta contemplazione desidera metter qualcosa sotto i denti. La specialità tipica del luogo sono le taratelle. Sono maccheroni di pasta all’uovo lavorata a mano conditi con il pomodoro e la braciola di carne. Con una spruzzata di caciocavallo di Laviano diventa un vero capolavoro.
La ciambotta è una gustosissima sinfonia di patate, melenzane, zucchine, peperoni. Il tutto rigorosamente fritto. Da mangiare con pane abbondante da inzuppare nel piatto. E poi i taralli tanto salati che dolci perfetti con un goccio di malvasia.
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