Redazione — 04/07/2023

Gli Etruschi di frontiera in mostra al Museo Archeologico di Pontecagnano

L'esposizione ricostruisce e documenta la storia di Pontecagnano - l’insediamento etrusco più a sud d’Italia - dal IX al III secolo a.C., attraverso tematiche già presenti nell’esposizione permanente del Museo dedicato agli ‘Etruschi di frontiera’: la mobilità di uomini e donne, la circolazione di oggetti, la peculiarità di produzioni artigianali e la condivisione di ideologie e modelli.

Il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano apre al pubblico la mostra “Per terra e per mare. Gli Etruschi di frontiera tra mobilità e integrazione" (30 giugno - 10 dicembre 2023), a cura di Carmine Pellegrino e Luigina Tomay, realizzata dalla Direzione Regionale Musei Campania diretta da Marta Ragozzino, in collaborazione con l'Università degli Studi di Salerno, con il patrocinio del Comune di Pontecagnano Faiano eil supporto della Regione Campania (POC 2014-2020) attraverso la Scabec.

La mostra ricostruisce e documenta la storia di Pontecagnano - l’insediamento etrusco più a sud d’Italia - dal IX al III secolo a.C., attraverso un tema già presente nell’esposizione permanente del Museo dedicato agli ‘Etruschi di frontiera’, diretto da Ilaria Menale: la mobilità di uomini e donne, la circolazione di oggetti, la peculiarità di produzioni artigianali e la condivisione di ideologie e modelli, tutti aspetti di una comunità ‘di frontiera’ oggi documentati da nuove scoperte e approfondimenti scientifici, che restituiscono un quadro ampio e affascinante, dove la grande storia di popoli e civiltà del Mediterraneo antico si intreccia con le piccole storie di comunità della Campania e dell’Italia Meridionale.

Una comunità antica, quella degli Etruschi di frontiera, aperta ai contatti e agli scambi con i diversi popoli del Mediterraneo, capace di attrarre e integrare in alcune fasi della sua vita individui e gruppi differenti per cultura e provenienza: è questo uno dei caratteri più significativi emersi in sessant’anni di scavi e studi su Pontecagnano, centro che fu ricco e fiorente sia per la grande disponibilità di terre coltivabili, sia per la posizione costiera che assicurava facili approdi.

Il percorso espositivo si snoda attraverso quattro sezioni dedicate ai temi principali: mobilità, forme ideologiche e sistemi di rappresentazione condivisi, circolazione di oggetti, produzioni artigianali. I temi sono declinati in sequenza cronologica (dall’Età del Ferro a quella Orientalizzante, dall’età arcaica e tardo-arcaica alla conquista sannitica), e consentono di delineare i fenomeni di interazione che emergono a Pontecagnano nelle diverse epoche.

La prosperità e la ricchezza dell’insediamento antico di Pontecagnano fecero sì che già durante la prima Età del Ferro (IX-VIII secolo a.C.) giungessero a Pontecagnano materiali di pregio provenienti da Sardegna, Sicilia, Grecia, Egitto e Medio Oriente. La documentazione archeologica attesta anche la presenza di individui e di gruppi, provenienti da diverse aree della penisola italiana (Etruria, Calabria, Vallo di Diano, Irpinia), che si insediarono stabilmente a Pontecagnano. La capacità di attrazione del sito si fondava non solo sulla disponibilità di risorse ma anche sulla facilità di integrazione di tali individui, il cui inserimento nel tessuto sociale della città è testimoniato dall’ubicazione delle loro sepolture all’interno della necropoli urbana, dove, tra VIII e VII secolo a.C., la conservazione nelle sepolture di alcuni elementi peculiari del costume d’origine – oggetti d’ornamento, particolari forme di vasellame – ne consente facilmente l’identificazione.

La narrazione è anche di tipo immersivo, attraverso l’uso di tecnologie digitali in uno spazio appositamente allestito e sviluppato nell’ambito del progetto ArCCa_DiADigitalizzazione e Automazione (POR Campania FESR 2014-2020). Attraverso suggestive immagini di paesaggio e ricostruzioni ambientali, la videoinstallazione ripercorre la storia dell’insediamento di Pontecagnano per iniziativa di gruppi provenienti dall’Etruria meridionale.

Carmine Pellegrino, professore di Etruscologia e archeologia italica all'Università degli Studi di Salerno, curatore della mostra: «La mostra è frutto di un percorso di studio e di ricerca avviato a Pontecagnano agli inizi delli anni ’60 e che continua ancora oggi, con il ritrovamento di oltre 10.000 tombe, un vero unicum nel panorama internazionale. La scoperta di queste sepolture, attraverso la documentazione archeologica, consente di costruire la storia dell’insediamento e di alcuni fenomeni che abbiamo approfondito in questa mostra come quello dell’integrazione, dell’arrivo a Pontecagnano di gruppi da altre zone d’Italia e che si integrarono qui perfettamente. Gli Etruschi scelsero Pontecagnano perché era una delle grandi pianure della Campania, zona molto florida e fertile, proiettata verso i traffici costieri grazie alla facilità degli approdi allora esistenti. Il percorso espositivo valorizza gli oggetti e la cultura materiale attraverso cui emergono contatti, scambi, condivisione di comportamenti e ideologie che fanno di Pontecagnano un caso di studio importante che ha ancora tanto da raccontare. La Mostra si conclude con una installazione immersiva che narra i temi trattati  nell’esposizione proponendo ai visitatori un’esperienza coinvolgente e di grande impatto».

Luigina Tomay, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, curatrice della mostra: «La Mostra accompagna i visitatori in un lungo viaggio che va dagli inizi del IX secolo a.C., quando l’insediamento di Pontecagnano nasce per l’arrivo di gruppi provenienti dall ‘Etruria meridionale, fino alla conquista romana (III secolo a.C.). Il filo conduttore è la mobilità e la circolazione, intese come movimenti di uomini e di oggetti ma anche di modelli culturali, idee e saperi artigianali. Il tema, già sviluppato nel percorso espositivo permanente del Museo, si è arricchito negli ultimi quindici anni di nuovi ritrovamenti e approfondimenti della ricerca che hanno indotto a svilupparlo in una esposizione specifica. Lo spostamento di individui e gruppi provenienti da altre zone d’Italia a Pontecagnano, la circolazione e l’acquisizione di oggetti e materiali di pregio provenienti dalla Grecia, dall’Egitto dalla Siria, così come la condivisione di ideologie di stampo aristocratico, fa sì che la grande storia dei popoli del Mediterraneo antico si intrecci con le tante piccole storie delle comunità dell’Italia meridionale e, in particolare, del territorio picentino. L’auspicio è che con questa mostra si riesca ad attirare l’attenzione sul Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano, che per il suo eccezionale patrimonio archeologico rappresenta un grande attrattore che merita di essere inserito nei principali circuiti turistici-culturali della regione».

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