Il cuore della Campania si anima ogni anno con festività uniche e antiche tradizioni durante il periodo del carnevale. Dal teatro ai balli popolari, dalle maschere alle quadriglie, la regione offre una varietà di celebrazioni che ne riflettono la ricca storia e la vivace cultura.
Sono 15 le "celebrazioni" ed "espressioni" legate al carnevale riconosciute dall’IPIC, l’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano.
Il Carnevale di Palma Campania (NA), documentato dal 1859, è caratterizzato dalle Quadriglie, gruppi di maschere composti da circa 200 figuranti che eseguono temi prescelti suonando, cantando e ballando per le strade della città. Sotto la direzione di un maestro, la banda suona strumenti a fiato, grancassa e piatti, mentre i quadriglianti utilizzano tradizionali strumenti a percussione in legno.
Il Martedì grasso culmina con il "Canzoniere" e la premiazione della Quadriglia vincente con il Gonfalone Aragonese.
Nel periodo di carnevale, spettacoli come "A Zeza", "I Mesi" e il "Laccio d'Amore" arricchiscono l'atmosfera festosa di Avella. La “Zeza” è un pezzo di teatro popolare cantato e accompagnato da nacchere, triccheballacche e tamburelli. Tutta la rappresentazione viene condotta da soli uomini travestiti, con sfrenate tarantelle che coinvolgono il pubblico. In scena anche la cantata de “I Mesi” dell’anno e il “Laccio d’Amore”, un ballo intorno a un palo che rappresenta, come il Majo, la fertilita e l’abbondanza.
La "Mascarata" a Serino (AV) è un tradizionale evento carnevalesco caratterizzato da un ballo processionale, accompagnato dalla banda musicale e maschere locali come "la primavera sacra" e i "brutti". Altre figure tipiche della tradizione napoletana, come Pulcinella e gli sposi, si uniscono alla sfilata.
Le danze e la musica della Mascarata riflettono la lunga tradizione del ballo meridionale, con movimenti coreutici che esprimono la vita e la manifestazione spontanea di sé.
La Zeza di Mercogliano (AV) è una farsa tragicomica, erede della Commedia dell'Arte, eseguita durante il carnevale tra il 17 gennaio e il Martedì Grasso. La tradizione, risalente al XIX secolo, è nota a livello internazionale grazie al film "Decameron" di Pier Paolo Pasolini.
La Zeza rappresenta l'identità della comunità attraverso il colorato matrimonio di Vincenzella, coinvolgendo tutti in un corteo, una rappresentazione teatrale e la vivace quadriglia "Ballo Intreccio".
Ogni anno, durante il lunedì e il Martedì grasso, Pago del Vallo di Lauro (AV) si anima con sfilate di gruppi folkloristici che accompagnano un carro allegorico. Sono eseguite inoltre due danze popolari tipiche: il "Laccio d'Amore", danza antica legata al corteggiamento e ai riti propiziatori, e la "Quadriglia", danza di coppia introdotta dai francesi nel '700.
Il Carnevale di Montemarano (AV) ha inizio il 17 gennaio con la festa di Sant'Antonio Abate e raggiunge l'apice nei giorni di domenica, lunedì e Martedì Grasso. La festa termina la domenica successiva con la farsa drammatico-satirica della “Morte di Carnevale”.
La celebrazione è caratterizzata dalla particolare tarantella eseguita da coppie di danzatori mascherati (chiamati appunto "Mascarate"). Studi etnomusicologici collegano la danza processionale a riti precristiani, come i Saturnali e le Dionisie romane.
A Castel Morrone (CE), il carnevale coinvolge l'intera comunità nelle ultime due domeniche che precedono il Martedì Grasso. La parata attraversa le strade e le piazze dove le Maschere, interpretate solo da uomini, eseguono la Quadriglia e rappresentano farse carnevalesche locali come La Brunetta e La Zeza.
La Zeza di Bellizzi Irpino, una frazione di Avellino, risale al XVII secolo ed è una rappresentazione comico-farsesca del matrimonio di Porzia, figlia di Pulcinella e Zeza.
Risalente al XVII secolo, è interpretata da attori maschili e coinvolge l'intera comunità, con costumi elaborati che parodiano uno stile ottocentesco borghese. La figura del Capozeza, organizzatore dell'evento, guida la quadriglia finale.
Il Carnevale di Montoro (AV), noto come "Mascarata", si distingue per le manifestazioni storiche nelle frazioni di Piazza di Pandola, Borgo, Figlioli e Banzano. Ogni Mascarata mantiene saldamente il legame con la sua cultura originaria, offrendo una varietà di personaggi e tradizioni.
Dai cortei ricchi di maschere tipiche alle danze processionali dell'Intreccio e alla reinterpretazione moderna della tarantella, il Carnevale di Montoro è una celebrazione di tradizioni autentiche e vivaci.
A Castelvetere sul Calore (AV), il carnevale affonda le sue radici nel 1683, con una storia di rivalità tra artigiani del Castello e della Pianura. La festa, ora un'esplosione artistica e tradizionale, coinvolge la comunità nella creazione di carri allegorici e costumi, diventando un'occasione di condivisione, degustazioni e divertimento.
Il Carnevale dello "Scardone" di Pietrelcina (BN) celebra antiche tradizioni contadine con rappresentazioni sulla stagionalità dei lavori agricoli. La festa inizia il 17 gennaio, in occasione di Sant'Antuono, e dura fino al Martedì Grasso.
Ogni contrada del paese e masseria di campagna costruisce il proprio "Scardone", che viene poi dato al rogo, come rappresentazione della morte invernale e della rinascita primaverile.
Il Carnevale di Trentinara (SA) rievoca antichi riti legati al ciclo della natura. Il Martedì Grasso, maschere tradizionali con costumi improvvisati percorrono il paese in un corteo dissacrante e liberatorio. Il corteo, animato da rappresentazioni teatrali, si conclude con il rogo di un fantoccio paglierino, Vavo, mentre diavoli eseguono acrobazie tra le fiamme.
A Montemiletto (AV), la Zeza è una rappresentazione teatrale caratterizzata da balli, canti e costumi tradizionali che coinvolge circa 200 figuranti. Drammatizza un rito matrimoniale e narra la storia di Porziella, figlia di Zeza e Pulcinella, che vuole sposare il Marinaio, mentre il padre la promette al medico Don Zenobio.
La trama si sviluppa con diversi colpi di scena e, alla fine, tutti i personaggi partecipano alla Quadriglia, ballo popolare con archi fioriti, è eseguita solo da uomini seguendo la tradizione del teatro greco.
Il Carnevale di Monterone a Forio d'Ischia (NA) celebra la tradizione con una banda che utilizza utensili contadini come strumenti musicali. La festa, con carri allegorici, gare e maschere, riflette l'atmosfera festosa del XVI secolo e coinvolge la tradizione dei "Carnevaletti," giorni di adorazione eucaristica come penitenza per i peccati commessi nel periodo carnevalesco.
Il Carnevale di Cellole (CE) è un evento spontaneo che ha avuto origine negli anni '50 e si è successivamente arricchito grazie alla presenza di famiglie provenienti da Capua, una città con una forte tradizione carnascialesca. Presenta sfilate di carri allegorici e sfilate in maschera. Ogni quartiere realizza il proprio carro, seguito da un corteo di figuranti.
La manifestazione coinvolge anche le comunità dei paesi limitrofi fino al basso Lazio, diventando un motore dell'economia locale.
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